La pietra di Vicenza è una roccia costituita prevalentemente da carbonato di calcio e presenta caratteristiche particolari: colorazioni tendenzialmente chiare, che vanno dal colore bianco avorio, al giallo dorato, al giallo paglierino, al grigio argento, fino alla tonalità marrone più scura e calda caratteristica della pietra di Nanto. Conosciuta e utilizzata fin dall'antichità, viene estratta nella zona dei colli Berici a sud di Vicenza..
Storia
La pietra di Vicenza si è formata tra l'Eocene e l'Oligocene, in seguito sia al collasso della barriera corallina che al deposito nel fondo del caldo mare tropicale allora presente in quest'area, dei gusci e residui di conchiglie, crostacei, alghe e altri organismi marini. La frantumazione, derivante dal moto ondoso e la pressione generata dall'accumulo degli strati che si sovrapponevano e frammischiavano alla sabbia, ha dato luogo a un compattamento di questo insieme eterogeneo che si è accentuato soprattutto dopo il ritiro delle acque marine. Il risultato sono gli strati dello spessore di qualche centinaio di metri, che oggi viene definito come pietra tenera.
La pietra di Vicenza si ricava da cave presenti in varie zone dei colli Berici; è conosciuta e utilizzata sin dai tempi dei romani che la impiegavano sia per elementi decorativi architettonici che per le sculture. È anche celebre per essere stata utilizzata e dettagliatamente descritta dal Palladio nel XVI secolo.
Data l'eterogeneità della formazione, la pietra cavata nelle varie zone, pur presentando una matrice similare, si differenzia per aspetto, consistenza colorazione e finitura. Ciascuno dei tipi trova pertanto applicazioni preferenziali in utilizzi diversi e ormai consolidati.